Diabete

Aspirina nel diabete per la prevenzione cardiovascolare

17 aprile 2019

La prevenzione cardiovascolare nei diabetici con ASA (Aspirina)


Il 26 agosto 2018 sulla prestigiosa rivista internazionale New England Journal of Medicine, sono stati presentati i dati dello STUDIO ASCEND, uno studio di prevenzione cardiovascolare in soggetti portatori di diabete mellito, nel quale si è valutato l’impatto sugli esiti dell’impiego di acido acetilsalicilico a 100 mg versus placebo

Lo studio ha visto la partecipazione di 15.480 soggetti tutti con la presenza di diabete mellito, ma senza evidenza di malattia cardiovascolare in atto o pregressa e seguiti per un follow-up medio di 7,4 anni per la valutazione dellacomparsa di importanti eventi vascolari come l’infarto del miocardio, l’ictus, il TIA, o la morte per qualsiasi causa vascolare. Allo stesso tempo, altro obiettivo primario dichiarato era la valutazione di eventi emorragici maggiori come, per esempio, emorragie intracraniche, sanguinamento significativo corneale, sanguinamento del tratto gastro intestinale oppure altre condizioni di sanguinamento grave.

I partecipanti sono stati divisi in due gruppi assolutamente comparabili, uno dei quali assumeva acido acetilsalicilico

100 mg e l’altro invece il placebo. Durante il periodo di osservazione si è verificato una bassa percentuale di eventi cardiovascolari definiti secondo l’obiettivo primario in entrambi i gruppi, anche se c’è da dire che il gruppo che facevaaspirina ha avuto un numero significativamente minore di eventi rispetto al placebo. Tuttavia, un maggior numero disanguinamenti importanti sono capitati comunque nel gruppo che faceva l’aspirina rispetto al gruppo placebo, anche qui in modo statisticamente significativo, anche se numericamente il numero degli eventi collaterali è stato meno della metà degli eventi cardiovascolari, confermando quindi all’interno del totale dei partecipanti una esigua comparsa anche di effetti. Gli autori del lavoro, quindi concludevano dicendo che l’aspirina previene la comparsa di eventi cardiovascolari nelle persone con diabete e senza evidenti malattie cardiache ma allo stesso modo produceva una maggiore sanguinamento, per cui il possibile beneficio legato alla comparsa di malattia veniva largamente controbilanciato dal rischio di sanguinamento.

Questo lavoro si presta a molti commenti e considerazioni per cui si può concludere che dati positivi comunque emergono nello studio ASCEND.. È evidente che il medico deve valutare la bilancia fra l’efficacia di un farmaco ed ilrischio che questi sviluppi effetti collaterali. Questa considerazione va rapportata alle caratteristiche del paziente in osservazione. Come è noto, la medicina non è una scienza esatta è una scienza del possibile e del probabile e quindidefinire a priori l’inutilità della somministrazione di acido acetilsalicilico in un paziente con diabete mellito, sulla scorta dei risultati dello studio ASCEND, diventa comunque una affermazione un po’ azzardata, in quanto la medicina è anche personalizzazione degli interventi e anche precisione delle nelle scelte terapeutiche. Inoltre, va considerato che non più del 20% dei pazienti in studio assumevano degli inibitori della pompa protonica, che invece hanno dimostrato avere effetti protettivi sul sanguinamento del tratto superiore gastroenterico in pazienti che assumono acido acetilsalicilico, non dimenticando che nel nostro Paese, rispetto al Regno Unito dove è stato condotto lo studio, molti più pazienti assumono inibitori della pompa protonica.

L’impiego quindi, di acido acetilsalicilico, nel complesso terapeutico del paziente con diabete mellito va considerato, tenendo conto del livello globale di rischio del paziente di sviluppare un evento cardiovascolare e del suo livello globale di sviluppare un sanguinamento o una emorragia.

Il Dott. Graziano Simonella, Endocrinologo e Diabetologo, riceve per appuntamento ad Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto, Comunanza e Montegranaro.


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