13 febbraio 2018
Gli effetti collaterali si verificano
maggiormente tra i pazienti informati? Secondo uno studio dell’autorevole
Imperial College di Londa, pubblicato da The Lancet, sembra proprio che sia così. È l’effetto
“nocebo”.”Si tratta di un fenomeno conosciuto da molti anni – dice Peter Sever,
autore principale dello studio – Quando i pazienti vengono avvertiti di
possibili effetti collaterali di un farmaco, sono molto più propensi a
lamentarsi della loro comparsa. Se invece non vengono informati, le segnalazioni
sono meno frequenti”.
Lo studio
Per testare questo effetto nocebo, i ricercatori hanno
somministrato, in modo casuale, una statina per abbassare il colesterolo o un
placebo a circa 10.000 partecipanti di Regno Unito, Irlanda e Scandinavia. Nei
tre anni successivi sono state registrate le lamentele espresse dai pazienti
nei confronti dei quattro effetti collaterali più frequenti delle statine:
dolori muscolari, disfunzione erettile, problemi di sonno e disfunzione
cognitiva. Le lamentele per quanto riguarda la disfunzione erettile e i dolori
muscolari sono risultate simili per frequenza sia nei pazienti che prendevano
statine, sia in quelli trattati con placebo. Chi assumeva placebo si lamentava
invece con maggiore frequenza di disturbi del sonno rispetto a chi prendeva
statine. Ma quando i medici hanno prescritto statine a tutti pazienti, chi
conosceva il farmaco ha lamentato più spesso dolori muscolari rispetto a coloro
che avevano deciso di non assumere quei farmaci per un periodo di circa due
anni. “Questo non è un fenomeno unicamente associato alle statine”, precisa
Sever. “Può accadere con qualsiasi medicina”.
Tutti i partecipanti allo studio avevano un’età compresa tra i 40 e i 79
anni, erano ipertesi e avevano almeno altri tre fattori di rischio per malattie
cardiache. All’inizio dello studio non erano in terapia con statine e
l’anamnesi pregressa era negativa per attacchi cardiaci. Durante la prima fase
dello studio, dal 1998 al 2002, i pazienti non sapevano se assumevano una
statina o un placebo. Nella seconda parte dello studio, dal 2002 al 2005, ogni
persona sapeva di prendere una statina. Ogni anno il 2% dei pazienti trattati
con placebo e il 2,03% di coloro che facevano uso di statine hanno riportato
dolori muscolari, una differenza troppo piccola per escludere la possibilità
che fosse dovuta al caso. Ma poi, durante la seconda parte dello studio,
l’1.26% dei pazienti che assumevano statine ha riportato dolori muscolari
rispetto all’1% del gruppo placebo. Questa differenza era troppo grande per essere
solo casuale.
I commenti
Una limitazione dello studio è da identificarsi nella scarsità di casi di
compromissione cognitiva. Ciò ha impedito di valutare l’effetto della
conoscenza del farmaco da parte dei pazienti sulle segnalazioni di questo
effetto collaterale. “Lo studio offre una visione chiara di come l’aspettativa
di effetti collaterali possa rendere più probabile la loro percezione da parte
dei pazienti”, dice Ian Kronish, del Center for Behavioral Cardiovascular
Health at Columbia University Medical Center di New York, nono coinvolto nello
studio. “Nello specifico delle statine, non è emerso chiaramente se una
convinzione pessimistica possa innescare una reazione biologica che determina
dolori muscolari, o se induca le persone a colpevolizzare le statine quando
insorgano algie muscolari provocate invece da altre cause” aggiunge Kronish.
“L’effetto nocebo non è innocuo”, scrivono in un editoriale di accompagnamento
Juan Pedro-Botet e Juan Rubies-Prat dell’Ospedale del Mar di Barcellona. “Può
condurre i pazienti a non prendere regolarmente la medicina o a eliminarla
definitivamente, con conseguente rialzo del rischio di attacchi cardiaci e
cerebrali anche mortali. Per questo motivo i medici devono essere pienamente
informati sul potenziale effetto ‘nocebo’ e discuterne con i pazienti”.
Fonte: Lancet 2017